ПРОГРАММА
ОТТОРИНО РЕСПИГИ
Старинные лютневые танцы и песни (сюита №3)
Итальянская (Italiana), Придворная (Arie di corte),
Сициалиана (Siciliana), Пассакалия (Passacaglia)
ГАЭТАНО ДОНИЦЕТТИ
Te voglio bene assaje
ГАБРИЕЛЕ Д’АННУНЦИО
ПАОЛО ТОСТИ
‘A vucchella
ГАЭТАНО ДОНИЦЕТТИ
Me voglio fa ‘na casa
УНИКО ВАН ВАССЕНАР
(приписывается Джованни Перголези)
Кончертино № 2 - Largo, A cappella, Andante, Allegro
ДЖОВАННИ ПЕРГОЛЕЗИ
Ария Серпины
(из оперы «Служанка-госпожа»)
ДОМЕНИКО ЧИМАРОЗА
Ария Кьяреллы
(из оперы «Супруги по случаю»)
АНОНИМНЫЙ АВТОР
Felicella
Д’АМБРОЗИО
Канцонетта II соч.28 для скрипки и струнных
ВИНЧЕНЦО РУССО – ЭДУАРДО ДИ КАПУА
I’ te vurria vasà
ЛИБЕРО БОВИО – ЭРНЕСТО ТАЛЬЯФЕРРИ – НИКОЛА ВАЛЕНТЕ
Passione
ДЖОАККИНО РОССИНИ
Танец
Il conservatorio di musica, dichiarato reale nel giugno 1807 con decreto di Giuseppe Napoleone e denominato nel 1826 Reale Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella, si configura come il successore e l’erede di tre istituzioni fortemente rappresentative della realtà caritatevole – assistenziale e del panorama musicale di età moderna a Napoli.
Si tratta degli antichi Conservatori di Santa Maria di Loreto, Sant’Onofrio a Capuana e Santa Maria della Pietà dei Turchini, che incarnano nelle proprie vicende un modello applicativo dei canoni di assistenza e beneficenza, fondato sulle forme tradizionali di carità pubblica e privata.
I conservatori musicali nacquero come istituti assistenziali per l’infanzia indigente ed abbandonata per specializzarsi poi, pur senza tradire l’originaria missione, in istituti di formazione musicale.
Il più antico dei conservatori di musica operanti a Napoli, Santa Maria di Loreto, sorge nel 1537.
Nel 1578 nasce la “Compagnia della Chiesa de Santo Nofrio delle veste bianche” sita nella strada “de Capoana”, voluta da produttori e mercanti di stoffe. L’istituzione inizia, nei primi anni del Seicento, ad accogliere fanciulli indigenti a cui insegnare un mestiere; intorno alla metà del secolo vi prende piede l’insegnamento della musica che ne caratterizzerà l’intero percorso.
L’istituzione del Conservatorio di Santa Maria della Pietà dei Figlioli Turchini avviene invece nel 1583, ad opera dei membri della Confraternita della Santissima Croce presso la chiesa cosiddetta dell’Incoronatella in Rua Catalana. I confratelli prendono in affitto una casa sostenendola con private elargizioni e iniziano ad ospitarvi i fanciulli che «abbandonati, andavano mendichi vagando per le contrade». Nel 1592 la necessità di una sede di dimensioni maggiori conduce alla edificazione del complesso di via Medina dove i fanciulli saranno ospitati sino agli anni del trasferimento in San Sebastiano.
Nel febbraio del 1797 si verifica il trasferimento del Conservatorio di Santa Maria di Loreto nella sede del Conservatorio di Sant’Onofrio a Capuana; tale passaggio accompagna il vero e proprio accorpamento dei due istituti, in funzione del quale Santa Maria di Loreto accoglie gli alunni ed incamera il patrimonio di Sant’Onofrio. A cavallo tra il 1806 e il 1807, poi, viene ufficializzata, sancita e sistematizzata con appositi provvedimenti, la fusione del Conservatorio di Loreto con quello della Pietà dei Turchini. Il reale conservatorio, quindi, viene collocato nell’edificio dell’ex monastero di San Sebastiano; a seguito dell’avvenuta concessione dei locali di San Sebastiano ai Padri Gesuiti, nel 1826, si attua un nuovo trasferimento dell’istituzione in quella che è l’attuale dimora e a cui si ispira la trasformazione della denominazione in Reale Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella.
La direzione tecnica del ramo musicale viene affidata a Giovanni Paisiello come presidente e a Fedele Fenaroli, e Giacomo Tritto come collaboratori. Con la riforma del 1856 viene stabilito che un Governo composto da tre soggetti di nomina regia curerà l’alta tutela del Real collegio di musica, mentre ad un direttore della musica, sempre di nomina regia “è conferita la sopraitendenza di tutte le specialità dell’ammaestramento musicale degli alunni. Dei 300 giovani che vi alloggiano, cento vi sono mantenuti gratuitamente dal governo. All’insegnamento di costoro attendono quattro maestri, uno di piano e partimento, un altro di canto, uno di violino ed uno di violoncello; vi ha poi un Ispettor generale di tutti gli istrumenti da fiato”.
Il Conservatorio di San Pietro a Majella è un luogo d’Arte per eccellenza, luogo in cui il passato diventa vita per le future generazioni grazie anche alla presenza della meravigliosa biblioteca in cui sono custodite partiture autografe di Alessandro e Domenico Scarlatti, Pergolesi, Paisiello, Cimarosa, Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi (tanto per citarne solo alcuni) che sono testimonianza dell’importanza di Napoli nella storia musicale d’Europa. Oggi il Conservatorio ha come ambizioso obiettivo il porsi tra l’antica tradizione e le nuove innovative tecniche di insegnamento offrendo un ampio ventaglio di tutte le scelte musicali.
Gli archi del San Pietro a Majella
L’ensemble di archi del Conservatorio S. Pietro a Majella è l’espressione degli studi e degli insegnamenti di questa istituzione fin dalla sua nascita. I suoi componenti sono tutti attualmente o sono stati recentemente allievi di questa scuola. Con questo organico si sono esibiti negli anni scorsi in Italia e all’estero, in particolare numerose volte nel Regno Unito (Londra, Edimburgo e Glasgow). In questa occasione il gruppo è guidato da Antonio Colica che dopo essere stato per anni componente della famosa orchestra Alessandro Scarlatti della RAI in qualità di primo violino dei secondi, è da tempo Professore di violino al Conservatorio di Napoli.
Paola Tedesco
Paola Tedesco, di Salerno, ha studiato canto con il maestro Ciro Visco. È un’artista del teatro San Carlo di Napoli. Durante la sua intensa carriera artistica ha affrontato opere che vanno da Pergolesi a Poulenc. Ha cantato al Teatro San Carlo, al Teatro Verdi di Salerno, al Teatro Pergolesi di Jesi, con l’Orchestra da Camera di Napoli, l’Orchestra Internazionale d’Italia e l’Orchestra da Camera dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il suo repertorio la ha vista protagonista di opere di Cimarosa (Li sposi per accidenti), Pergolesi (Il Flaminio), Paisiello (I Pitagorici), Bizet (Carmen), Puccini (Bohème), Verdi (Traviata), Leoncavallo (Pagliacci e Cavalleria rusticana). Ha cantato ad Hong Kong con i Solisti del San Carlo e ha effettuato tournèe in Giappone e Stati Uniti.
Ensemble
Violini primi
Antonio Colica
Antonio Ruocco
Federica Ferro
Gianluca Feola
Violini secondi
Irene Vanacore
Caterina Bianco
Fabio Cangero
Silvio Capuano
Viole
Annamaria Puggioni
Roberto Bianco
Francesco Spagnuolo
Violoncelli
Aurelio Bertucci
Chiara Mallozzi
Contrabbasso
Antonio Di Costanzo
P R O G R A M M A
RESPIGHI
Antiche arie e danze (terza suite)
Italiana, Arie di corte, Siciliana, Passacaglia-
DONIZETTI
Te voglio bene assaje
D’ANNUNZIO
Tosti ‘A vucchella
DONIZETTI
Me voglio fa ‘na casa
UNICO VAN WASSENAER
(attr. Pergolesi)
Concertino n.2 -Largo, A cappella, Andante, Allegro-
PERGOLESI
Aria di Serpina
(da La serva Padrona)
CIMAROSA
Aria di Chiarella
(da Li sposi per accidenti)
ANONIMO
Felicella
D’AMBROSIO
Canzonetta II op.28 per vl e archi
RUSSO- DI CAPUA
I’ te vurria vasà
BOVIO-TAGLIAFERRRI-VALENTE
Passione
ROSSINI
La danza